E-E-A-T e il Soft Ban di Google: un gioco di “potere” online

Summary

Soft Ban di Google e il Filtro E-E-A-T: analisi del delicato equilibrio tra potere algoritmico e visibilità online. Scopri cause, effetti e soluzioni per il tuo sito web.

filtro e-e-a-t ban di google

 


Lasciate che vi sveli un segreto. Quello che molti guru della SEO non vi diranno, è che l’E-E-A-T di Google  (acronimo di: Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness) è un gioco di potere bello e buono. Non si tratta solo di parole vuote o definizioni accademiche, ma di un metodo messo a punto con il famigerato “Google Medical Update” del 2018 con cui i quality raters decidono chi merita di esistere nel regno digitale e chi invece deve essere relegato nell’ombra.

 

Cos’è l’E-E-A-T? (E perché preoccuparsene)

L’E-E-A-T è il modo elegante con cui Google cerca di imporre ordine nel caos del web. Parliamo di:

  • Experience (Esperienza): Google vuole che dimostriate di sapere davvero di cosa state parlando. L’esperienza diretta è oro colato. Recensioni personali, esperimenti pratici, case study? Benvenuti nel club degli eletti.
  • Expertise (Competenza): Non basta dire la vostra, dovete provarlo con competenza. Approfondimenti specialistici, linguaggio tecnico adeguato, fonti credibili.
  • Authoritativeness (Autorevolezza): Se non avete un nome riconosciuto nel vostro settore, preparatevi a sgomitare. E di brutto.
  • Trustworthiness (Affidabilità): Google vuole fidarsi di voi. Link sicuri, fonti verificabili e una buona dose di trasparenza.

Perché Google ama (o odia) l’E-E-A-T

Il motore di ricerca più potente del mondo utilizza l’E-E-A-T come una sorta di tribunale supremo per decidere chi merita la visibilità e chi no. Se trattate argomenti legati a salute, finanza, sicurezza o benessere – quelli che Google chiama “Your Money or Your Life” (YMYL) – preparatevi a essere messi sotto la lente d’ingrandimento.

Soft Ban: la punizione silenziosa di Google

Non credete a chi vi parla solo di ban totali o penalizzazioni nette. Google ha un’arma più subdola e sofisticata: il Soft Ban. Questo accade quando Google decide di ridurre drasticamente la visibilità di un sito o di una pagina, senza però eliminarli completamente. Un messaggio implicito: “Non ti abbiamo buttato fuori, ma buona fortuna a farti trovare dai tuoi utenti”.

Perché potreste essere vittima di un Soft Ban

  • Non mostrate esperienza diretta e autentica.
  • I vostri contenuti sono superficiali o generici.
  • Siti percepiti come inaffidabili (mancanza di HTTPS, fonti discutibili, informazioni non verificate).
  • Autori senza credenziali reali nel settore di riferimento.

Come ribaltare il gioco

  1. Fate vedere che ci siete davvero: Raccontate esperienze dirette, mostrate prove concrete, condividete casi reali.
  2. Parlate come esperti, agite come esperti: Non basta sembrare autorevoli, dovete esserlo. Create contenuti dettagliati e non abbiate paura di scendere nei tecnicismi.
  3. Create un nome nel vostro settore: Sfruttate ogni opportunità per costruire la vostra reputazione. Articoli, collaborazioni, interviste. Tutto conta.
  4. Trasparenza a ogni costo: Fornite fonti verificabili, curate i dettagli, fate in modo che ogni informazione sia corretta e dimostrabile.

Conclusioni

L’E-E-A-T è il sistema con cui Google si diverte a premiare o punire i vostri sforzi. È un gioco di potere, e se volete vincerlo, dovete giocare con le sue regole. Noi le conosciamo bene, contattaci… 😉